La favola del sindaco invisibile

Gianni Allegra per i lettori di questo blog
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Con un atto di ammirevole coraggio, il sindaco di Palermo Diego Cammarata è apparso in pubblico per raccontare alla popolazione una favola di Natale travestita da messaggio di fine anno. Coraggio sì, e anche un’indomabile fantasia. Il primo cittadino, smessi i panni magici che ne fanno un eroe dell’invisibilità, ha affrontato con determinazione tutti i punti dolenti della sua amministrazione.
I conti sballati che rischiano di portare il comune al tracollo sono un’invenzione della magistratura contabile, comunista, controrematrice e deviata (i colonnelli della P2 erano la Banda Bassotti al confronto).
Il pasticciaccio delle Ztl è stato causato dall’assenza di Put (che non è quello che potreste pensare, ma l’acronimo di Piano Urbano del Traffico): che volete che sia aver riscosso il pagamento di un balzello senza un’adeguata copertura normativa?
L’immondizia che inonda le strade è in realtà un metodo per limitare l’inquinamento: più difficile la circolazione, meno auto in giro.
L’azzeramento di manifestazioni culturali è una strategia per rilanciare l’economia dei bar (Ficarra e Picone insegnano): perché perdere tempo con una mostra quando con un paio di cocktail Martini si viaggia con la fantasia che è un piacere?
La stabilizzazione dei precari è irrinunciabile: se si mandano a casa 3.500 lavoratori che per di più tengono famiglia, come si gestisce il consenso elettorale? L’unica politica del rigore conosciuta è quella di certi arbitri che fischiano a casaccio…
Infine il sindaco Cammarata ha chiuso la sua esibizione cantando: “A mille ce n’è, nel mio mondo di fiabe da narrar…”.
Applausi e brindisi, dicono. Sul brindisi nessun dubbio.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

10 commenti su “La favola del sindaco invisibile”

  1. Be’, qualcuno lo avrà pure votato. E dato che qui si vota come se si comprasse un gratta e vinci, sperando che il benefattore distribuisca briciole, non mi stupisco se poi il sindaco è Mago Zurlì. Io auguro a questi speranzosi senza coscienza sociale né lungimiranza i passare un altro paio di mesetti di nero precariato a un quarto dello stipendio. Così forse imparano la lezione: non si vota per sperare di risolvere i cazzi propri, ma quelli della città. Pardon per la parola “città”.

  2. A proposito di brindisi…
    Un simpatico aneddoto che illustra bene il personaggio.
    Scenario: il rinnovato stadio di atletica di Palermo.
    Azione: inaugurazione dell’impianto.
    Arriva il nostro sindaco con tanto di fascia tricolore e sorriso da Joker a 32 denti.
    Rituale taglio del nastro: viene quindi acciuffata dal sindaco in persona la “golosa” bottiglia di spumante collocata strategicamente a breve distanza dal luogo del taglio.
    Camma-joker stappa la bottiglia e, allargando ancora di più la bocca in un eccitato quanto inquietante ghigno da coccodrillo, prende ad agitarla con veemenza, per aspergere di schiuma vinosa tutti gli astanti.
    Grande la felicità dei numerosi fotografi e cameramen presenti, le cui preziose apparechiature sono state irrorate da schizzi e spruzzi elargiti dal primo cittadino, in un’apotesosi di eccitazione tanto poco consona alla sua carica e all’esercizio delle sue funzioni.
    Ahimé!!! Ridiamo per non piangere…

  3. Io di certo non l’ho votato. Ma non per questo dormo sonni tranquilli. Anzi. Il Cammarata inesistente mi deve anche restituire i soldi/furto delle Ztl. A qualcuno li ha già rimborsati. A me no. Se non mi arrivano, giuro che lo denuncio.

  4. Scambio di battute tra due ausiliari del traffico colto a ridosso delle feste di Natale.
    Ausiliario 1 (brandendo il blocchetto delle multe e indicando una fila di auto in sosta vietata): “Oggi si può lavorare da qua a là”.
    Ausiliario 2, sfregandosi le mani: “Vai che poi ci facciamo quelle dell’altra strada”.
    Quando si dice che quello che conta è la quantità.

  5. Siamo la città termometro che segna una temperatura da delirio: siamo la febbre da cavallo d’Italia. Conosco persone che si lamentano dell’invisibile (e da me innominato) ad ogni respiro, ma lo rivoterebbero o voterebbero un suo simile perché la cosa più temibile è la tachipirina: fuor di metafora, meglio il male conosciuto che il “comunista” da sperimentare. Per i palermitani la terapia è una bestemmia.

  6. Uffa!! Ma quando si cambia il post!!
    Tutto il giorno a pensare cosa scrivere su sto tizio… niente, nulla, deserto.
    Tutto chiacchiere e distintivo!… distintivo… di istintivo mi verrebbe una battutina… si è occupato di Piste ciclabili, piste d’ atterraggio, piste d’atletica…e continui continui continui, qualche pista giusta prima o poi l’inserta.

  7. Mi viene una provocazione:perche’ non lo scambiamo con il Sindaco di Napoli,la dolce Iervolino ?????

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