Grammatica circense

Senza parole. Aggiornamento. Ho trovato le parole, me le ha suggerite Toto Rizzo: “Portate i vostri bambini al circo!!! E voi del circo, portate i vostri bambini a scuola…”

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

34 commenti su “Grammatica circense”

  1. Portate i vostri bambini al circo!!! E voi del circo, portate i vostri bambini a scuola…

  2. Questo poster fa il paio con una dolceria di via Archimede che quando ero ragazzina vendeva cannoli. L’insegna, accanto alla riproduzione di un cannolo, recitava: “CI sono E’ resto il migliore”.

  3. Vorrei farvi notare il gruppo lacoontico dei coccodrilli nel poster che sembra quasi ribellarsi allo scivolone grammaticale.
    Le fauci del mondo animale si spalancano sull’umana ignoranza.

  4. Via! Le intenzioni erano buone…
    Galeotta fu la grammatica, più che la sintassi…
    Tuttavia, lo scivolone linguistico è tanto, ma tanto naif e fa quasi tenerezza, riportandoci alle atmosfere del circo Barnum.
    Io sarei per la clemenza…
    Nessuna assoluzione, invece, per certi nostri politici che, in contesti pubblici, dimostrano di non possedere la benchè minima conoscenza della lingua italiana.

  5. Beh, un cartello scritto a mano da un venditore di frutta ambulante: “WIWI dolcissimi”.
    E una signora, notando la mia ilarità mi disse. “Ma WIWI e lasia WIWERE!”
    Non lo dimenticherò mai!

  6. A parte la battuta arguta e acuta di Totò Rizzo ( davvero geniale ), credo che noi siciliani siamo insuperabili nel deformare o addirittura coniare vocaboli che poi assumono valenza superiore rispetto l’originale.

    Quasi tutti noi abbiamo pronunciato, persino i più blasonati con le erre moscia, la parola “carnezzeria ” magari non tutti abbiamo poi ordinato
    mezzo chilo di “capuliato” , e più volte ho sentito appellare, da dotta gente, come “vastaso” qualcuno privo di buon creanza.
    Dire maleducato è limitante il “vastaso” ancor più il “vastasunazzu” è un
    individuo che porta nel suo codice genetico tale qualità.

  7. Ha cominciato verbena. Io non c’entro. L’avete mai visto il cartello con su scritto “Carcioffi”? Mi piace perchè mi ricorda la prima infanzia, quando pronunciare carciofi con una sola effe equivaleva a dire cacocciole.

  8. Io ho visto un cartello in una bar di Messina con la scritta “granita ALL’IMONE”.

  9. Quelli del circo, più che i bambini, a scuola dovrebbero portarci gli adulti. Quelli che hanno commissionato il poster, soprattutto.

  10. @abbattiamo: forse voleva dire All’IMENE. Primo caso di granite per stupratori. Pardon per la bassezza. Anzi, come disse una persona: scusate l’incognita.

  11. @verbena: grandiosa! MI sto ammazzando dalle risate.
    @faguni: magnifico il tendone sopra!

  12. lo so che non mi crederete, ma ne ho prova fotografica (che non posso postare qui): “Si vende anche ALLIN-‘GROSSO” (paro paro, incluso il trattino). Colto a piazza Marina una domenica di dicembre.

  13. Volevo segnalare il cartello visto e fotografato (come si fa a metterlo qui??? potrei mandarlo al padrone di casa… boh…) in un ipermercato, reparto carni:
    CAVALLO EQUINO

  14. …ma non è male (anche a conferma del profondo sentire panormita legato al gioco e alla scommessa) un altro cartello, visto stavolta in una piccola salumeria di borgata:
    SI ARRIFFANO DUE PITBULL DI RAZZA

  15. Le citazioni aneddotiche e gli avvistamenti non mancano, a quanto vedo. Potremmo fare un bel concorso con premiazione finale da destinare a chi è in grado di citare la frase “migliore” (o più assurda – dipende dal punto di vista), che sia stata raccolta per le vie cittadine. Se ci manteniamo nel nostro ambito, non sono mancati alcuni piccoli libri sulle scritture spontanee “panormite” (includenti quelle murali, oltre ad insegne di esercizi commerciali e cartelli di promozione commerciale, dal tono alquanto naif) realizzati da Geraldina Piazza (che ne ha curato la parte fotografica) e da Daniele Billitteri (per i testi), il primo della serie dal titolo “…Ognuno con la vernice sua ci scrive quel che gli pare…”, seguito da “E ringrazio che è finita la vernice” di Geraldina Piazza da sola (foto e testi).
    Unica regola: in una simile tenzone, ciascun concorrente dovrebbe abbinare alla frase riferita, anche l’inoppugnabile prova fotografica della sua esistenza.
    Avanti! Sotto a chi tocca…

  16. Torno appena da una spesa da incubo ma il tragitto è stato un
    “prio”. Abito nei pressi del famoso circo, che si trova accanto al supermercato dove abitualmente mi rifornisco, ogni dieci metri percorsi un confalone con strafalcione!
    Ho anche visto all’interno dell’area destinata, tre giganteschi cammelli ,di cui uno con una gobba moscia, un grosso bufalo che brucava brecciolino e tre lunghissimi colli maculati, di cui non scorgevo la testa, dentro un vagone. Una pena tremenda!!
    Come si può accettare oggi un simile abuso…

    Per tornare a Lombroso… C’ E’!! una lapa posteggiata ogni mattina a pallavicino nel cui cassone è fissata un’insegna in cui troneggia la scritta
    “il piccolo traslogo”

    La sarta da cui vado da anni e che è un pozzo inesauribile di gaffe a proposito di una tovaglia da tavola che mi stava cucendo mi ha detto: ma che fa signora ci mettiamo un bello “bordellino” tutt’ attorno…
    ma chiama anche “tagliolino” il tailleur e “pormoncino” il piumino.
    Mia figlia Ofelia per lei è “Eufemia” e non ci può niente. Chiacchierando di cucina mi ha dato una sua personale ricetta “porpetti al suco” che non
    sono ovviamente le polpettine di carne macinata bensì piccoli polpi, porpetti appunto.

  17. non ce la faccio più, non mi posso trattenere dallo scrivere la mia:
    Mondello, spiaggia libera, la mamma urla al bambino: “Usci di mollo se no ti si arrippano i pippistrelli e il panino a quaglia s’arrifridda”

  18. Quella santa donna di Caterina, che fu la mia tata, venutami a trovare qualche anno fa (aveva 80 anni passati) mi confidò afflitta:
    “Eh, caro Totò, me figghiu ci vinni ‘na malatia brutta: ci veni ri chiànciri, a du picciuottu, avi la RIDICOLITE”.
    In realtà la malattia, camurrusa, è la radicolite. Però ho trovato curioso che venisse da piangere con la… ridicolite.

  19. Ahi!
    Se la febbre che mi costringe a letto non mi fa avere le traveggole ho l’impressione che la foto – rispetto a quella pubblicata ieri – sia stata “ritoccata” con l’aggiunta di una sottolineatura sulle “paroline” incriminate.
    Ahi!
    Vuoi vedere che molti lettori avranno commentato: “Ma ru ‘nnè lo sbafero?”

  20. Una lancia a favore a quelli del circo! Non e’ una grammatica circense, i manifesti si sa benissimo che vengono stampati dalla tipografia, la frase che ho letto “Portate i bambini al circo !!! e voi del circo portate i bambini a scuola….”e’ veramente ORRENDA! non e’ la prima volta che nei giornali o manifesti ci siano errori ortografici.Si ricordi…una prossima volta impari a non offendere i bambini!!

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