Il Paese di Villari

Di questo Riccardo Villari si sa che era del Pd, che è un ex democristiano, che De Mita lo voleva sindaco di Napoli, che molti anni fa era fidanzato con Barbara D’Urso.
La sua recente elezione a presidente della Commissione di vigilanza Rai ci ha mostrato il suo lato atletico: infatti ci vogliono la muscolarità e la leggerezza dell’equilibrista per certe manovre.
Villari è stato eletto coi voti del Pdl, cioè del partito a lui ufficialmente avverso, per disinnescare una candidatura scomoda come quella di Leoluca Orlando che – a dire il vero – non godeva di unanimi consensi neanche all’interno dello schieramento dell’opposizione: ma, direte, le divisioni nella sinistra non fanno più notizia.
Fece notizia invece la prima dichiarazione del miracolato Villari: “Non assumerò decisioni in contrasto con quello che deciderà il mio partito”. Traduzione: “Se il Pd mi dà il permesso, rimango presidente. Altrimenti tolgo il disturbo e funiculì funiculà…”.
Ovviamente Veltroni e compagni gli hanno detto che di cavalli di Troia in via Sant’Andrea delle Fratte ne hanno fin troppi e gli hanno chiesto di tornare nel fruttuoso anonimato da cui proveniva. Lui ci ha pensato su – nei rari momenti in cui non si ritrovava con un microfono davanti – e ha assicurato che si sarebbe dimesso quando e se Pd e Pdl avessero trovato un nome condiviso. Pochi giorni dopo è venuta fuori una convergenza su Sergio Zavoli e sembrava che la cosa fosse fatta. Invece…
Invece il nostro Villari, smessi i panni dell’equilibrista, ha impegnato tutti i suoi muscoli per aggrapparsi alla poltrona di Sommo Vigilante e piantarsi coi piedi per terra, tipo lottatore di sumo. “Ho deciso di mantenere il ruolo di presidente. Il valore delle istituzioni precede il peso delle segreterie dei partiti”. Insomma, resta per il bene del Paese.
Fantastico, prima però ci vada a quel Paese…

Aggiornamento. Qui trovate un interessante retroscena.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

8 commenti su “Il Paese di Villari”

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