Camera numero 11

I buddisti dicono che la sfortuna viene dalla bocca e ci rovina, mentre la fortuna viene dal cuore e ci rende degni di rispetto.
Non saprei cosa possa mai aver detto di tanto malvagio il mio amico Lele. Non mi ricordo che una sola cattiveria sia uscita dalle sue labbra, almeno da quando lo conosco. Il rispetto, quello, se l’è guadagnato sul campo: è intelligente, carismatico, gran lavoratore, sempre pieno di belle idee.
La mia amica Simona qualche giorno fa ha aggiunto che era pure “beddu comu ‘u suli”.
Già, era. Qualche giorno fa sono stato a trovare Lele al reparto malati terminali e di bello restano solo gli occhi verdi.
L’ospedale sembra un albergo a quattro stelle. C’è pure una tisaneria. Si chiama proprio così: è una stanza con lo spazio lettura, una mini biblioteca e un tavolo dove i pazienti, se lo vogliono, possono accogliere amici e parenti senza per forza riceverli in stanza. Certo, non si può ordinare un Martini con l’oliva, ma un infuso di tiglio sì.
Lele mi ha accolto con un bel sorriso e abbiamo parlato delle solite cose: politica, letture, cucina, cazzate. Era disteso, alle sue spalle un armamentario tecnologico.
Altre volte sono andata a trovarlo. Altri ospedali, altri reparti, ma la musica, dopo la visita, è sempre quella e suona in filodiffusione nel mio cervello.
Come una colonna sonora ripetitiva, ma non sgradevole.
Pensate che sia il Requiem di Mozart?
Sbagliato.
Somiglia invece all’Estate di Vivaldi, o giù di lì.
E’ sempre la stessa storia. Appena lascio Lele dismetto il sorriso forzato. Poi soffoco una lacrima, sento il rossore che mi sale in faccia, e il tutto dura circa un minuto. Quando il sole, o il vento, o qualunque altra traccia atmosferica mi sfiora il viso, attacca il mio Vivaldi cerebrale.
Io sono viva, mi dico. Sono viva.
Infine mi sento un verme. Ma anche quello dura poco.
Una prece. Per me.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

7 commenti su “Camera numero 11”

  1. Lele se ne è andato esattamente un anno fa. Vi giuro che fino a due giorni prima continuava a fare progetti. Quanto mi ha insegnato!

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