Forrest Gump de’ noantri

Iko ha una visione singolare del mondo. Scrive con una prospettiva diversa rispetto alla nostra. Provate a mettervi nei suoi panni e cercate – se volete – di capire…


di Iko

1h e 5’ a Villa Ada, ma andando piano, avremo fatto poco più di 10 chilometri, perché abbiamo tenuto il passo di Mario.
Io l’avevo visto al primo giro del lago, lei non se n’era accorta e quando l’abbiamo incrociato l’ha salutato. Si è accodato. Con noi era già venuto un’altra volta, lo incontriamo quasi sempre, al solito posto, vicino al cancello, dove si fa stretching, in perfetta tenuta da runner: la mia compagna all’inizio credeva fosse un personal trainer, io no. E’ semplicemente uno fuori di testa.
Nella vita corre. Non fa nient’altro. Avrà 45 anni anni più o meno, sostiene che la sua fortuna sia la pensione di invalidità per il glaucoma e per i problemi psichiatrici. Non fa male a nessuno, però, al parco lo conoscono tutti e corre con tutti. E’ regolarmente iscritto ad una società sportiva, partecipa all’organizzazione delle manifestazioni e fa tutte le corse, ovviamente. Anche per questo è sempre vestito perfetto, indossa quello che gli regalano alle gare. Oggi aveva la maglietta di quella di Budapest. Ha raccontato del Danubio, millanta record del suo passato e narra storie romane incredibili, che spaziano da Lotta Continua agli ultrà, dalla mappa dei discount per la spesa alle battaglie con la Asl per l’indennità d’accompagno della madre, invalida pure lei. Descrive episodi di ogni genere, stamattina ha ricordato di quando si è perso durante una mezza maratona notturna. Dice di conoscere attori e campioni, di far parte della Protezione Civile, di dare del tu a molti amministratori. E parla, sempre. Per questo ci costringe a rallentare. In realtà a me non si rivolge mai, anzi, si tiene sull’altro lato e mi controlla con la coda dell’occhio, credo mi tema.
Lei invece si leva un auricolare dell’ipod e ascolta le storie di Mario. Che siano vere o false non importa. Preferisce correre sola con me, non c’è dubbio, ma si è giustificata spiegando che una volta ogni tanto si può fare, che è uno sguardo allucinato sul mondo che ha un suo perché. Io preferirei fare i tuffi nel ruscello con gli altri cani.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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