Scrittori traditori

C’è un tema che va e viene, con ciclicità ormai quasi stagionale, nel dibattito letterario siciliano e non solo: non esistono più gli scrittori di una volta. Detta così, ricorda una tipica discussione da ascensore: lo stesso rammarico può essere infatti esteso al pane, alle auto, ai programmi televisivi, ai film, alle verdure, agli idraulici e via discorrendo. Di fatto, una certa insoddisfazione permanente in chi è avanti con gli anni è perfettamente in linea con la logica del rimpianto. Anche mio nonno si lamentava dei bei tempi andati e presumo che così facessero suo padre, suo nonno…
Il corto circuito avviene però quando si tende a far legge di opinioni illustri, che pur sempre opinioni sono. Lo scrittore Vincenzo Consolo, nei giorni scorsi, ha sollevato su Repubblica un allarme (che non ha ammesso voci discordi) contro il buio della scena letteraria siciliana. Perché Sciascia e Bufalino sono morti, perché non ci sono più il Romanzo impegnato e la Ricerca della parola, perché i giovani sono troppo giovani, perché l’impegno non è più Impegno. Sotto accusa c’è una generazione eterogenea di narratori che hanno in comune soltanto il luogo di nascita e che per il resto sono – come ha scritto recentemente Santo Piazzese – isole senza traghetto. Questi scrittori sono tra i 30 e i 50 anni, quindi neanche troppo giovani, e percorrono perlopiù le strade del noir o del giallo. Il romanzo “di genere” viene indicato come aggravante: copre la vacuità dei temi, maschera la scrittura storpia, travisa la Storia. Eppure questi scrittori vendono, sono tradotti all’estero e, per paradosso, sono molto più apprezzati quando varcano lo Stretto. A Milano o a Torino vengono infatti trattati meglio che a casa loro. Raccontano storie nient’affatto banali, sperimentano linguaggi, divertono anche. Sono onesti lavoratori, hanno fatto la gavetta, ma devono tenere la testa bassa nella loro terra. Perché gli anziani saggi – che probabilmente non li hanno mai letti – hanno deciso così.
Una domanda: se il figlio è degenere, siamo sicuri che il padre non c’entri nulla?

Aggiornamento, ore 15.40. Data la sorprendente popolarità dell’argomento, mi sembra il caso di aprire un dibattito. Autori, editori e lettori che vogliono esprimere un’opinione con un intervento che non sia un semplice post possono inviare testo (massimo 30 righe) e foto all’indirizzo e-mail: gerypa@alice.it .

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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