Il fucile di Bossi

Da raffinata creatura politica quale è, Umberto Bossi ha tratteggiato ieri, nel cuore della Padania, le sue idee in materia fiscale. Con la moderazione che lo ha reso celebre, ha invocato “i fucili contro le tasse”. Con la competenza storica che ne ha fatto un pensatore simbolo dei nostri tempi, ha bollato Cavour e Garibaldi come “stronzi”.
Chi ancora manifestava residue preoccupazioni sul suo stato di salute ha potuto tirare un peto di sollievo: il Senatur si è ormai ripreso alla grande, il suo celebre apparato genitale è tornato a illuminarlo in idee dirompenti. Resta soltanto la voce arrochita, meno potente di quella che ce lo fece amare quando parlò di marce armate su Roma, di proiettili contro i giudici monelli, o quando da ministro pensò di risolvere il problema dell’immigrazione clandestina con i cannoni.
Bentornato nel nobile agone politico, senatore Umberto Bossi, padano tra i padani, leader delle parole fuori dalle dentiere, fustigatore di fondoschiena sudisti. Vada sino in fondo, adesso. In fondo a destra.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *