Facciamo che…

Facciamo che vivo in una città dove il 13 e 14 maggio prossimi si vota per il sindaco e relativi complici. Facciamo che i due candidati principali si chiamano Cammarando e Orlata, il primo va a destra, il secondo a manca. Facciamo che questi due signori hanno scoperto una cosa che si chiama internet e che credono di raggranellare consensi anche attraverso strumenti tecnologici a loro (e ai loro entourage) ignoti. Facciamo che Cammarando si fa costruire un sito bello e colorato, con varie sezioni, un video che intasa la vostra connessione senza chiedere il permesso e addirittura un blog. Facciamo che Orlata si fa un sito più spartano, ma in cinque lingue, c’è spazio per le donazioni, ci sono preziosissimi pdf da scaricare con (udite udite!) il programma elettorale e per ogni passo interattivo viene richiesta la registrazione con nome, cognome e indirizzo e-mail.
Facciamo che questi siti siano un fallimento comunicativo o quantomeno che le decine (centinaia?) di contatti siano di galoppini, sostenitori, questuanti, ruffiani, qualche guastatore e un paio di curiosi: insomma per chi ha pratica di queste cose sono contatti di valore zero.
Facciamo che Cammarando e Orlata non abbiano capito che la comunità online è la più ostile ai ragionamenti pelosi, perché vuole vedere subito, perché controlla tendenziosamente, perché ha un sistema di passaparola che ti promuove o ti boccia nel giro di un minuto e mezzo su scala planetaria. Facciamo che Cammarando e Orlata non sanno niente delle città virtuali che vivono sopra e sotto quelle reali. Facciamo che si ritirino dal web e tornino ai palchetti della politica.

Ps. Non volevo illustrare con una foto questo post, dato l’argomento delicato (e anche un po’ deprimente). Poi ho rivisto la foto vincitrice del Pulitzer 2007 di Oded Balilty (Associated Press) e non ho resistito. Per quei pochi che non lo sapessero raffigura una ragazza israeliana che affronta poliziotti israeliani diretti a sgombrare le case degli ebrei ad Amona, un avamposto abusivo nei pressi di Ramallah. Non è uno scatto meraviglioso?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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