Opposizione contro se stessi

Scusate, parliamo ancora di politica e – rinvigorisco le scuse – di politica italiana. Prodi ha dettato le sue dodici condizioni per riprovare a governare il Paese. Sono un politologo da Bar Sport, però sono un elettore. Chi vota, in una scuola e non ancora in una caserma per fortuna, ha i suoi privilegi. Prendiamoceli allora questi privilegi. Abbiamo assistito allo spettacolo vergognoso di una sinistra che non riesce a liberarsi da una componente massimalista che ha partorito troppe serpi nel momento di tradurre in fatti una concezione politica. Ora da elettore incazzato non voglio altro che i programmi per i quali ho votato vengano messi in atto senza che il primo senatore ballerino di turno (eletto inconsapevolmente anche da me) si sogni di rompere le scatole. Non ho nulla contro le manifestazioni di piazza, anzi. Ma quando la piazza prende il sopravvento sul Parlamento mi preoccupo. Soprattutto se il menu contro cui ci si ribella è bell’e scritto da tempo immemore. Non voglio un governo di sinistra a tutti i costi e mi dà un certo senso di nausea la ricerca di alleati nella parte avversa per far quadrare i conti. Se si può realizzare un programma di governo che preveda tutte quelle cose per cui non ho avuto esitazione nella mia cabina elettorale cartonata, bene così. Altrimenti via, tutti a casa a cercare un nuovo lavoro. Probabilmente c’è chi è nato per fare opposizione. Anche contro se stesso.

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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