In caso di disgrazia

Se vi è mai successo qualcosa di brutto avrete di certo verificato come, in certe situazioni, il sistema delle relazioni personali subisca modifiche drastiche. E come venga fuori sempre una certa tipologia di personaggi. In queste poche righe provo a darvi qualche esempio, basato sulla mia esperienza.
I preoccupati. Vi chiamano durante il fattaccio e calpestano, nel nome della loro ansia, qualsiasi briciola di buonsenso. Se c’è da piangere piangono più di voi. Se c’è da tirare un sospiro di sollievo si astengono. Non sono cattivi.
I saggi. Tengono il loro stato d’animo sempre un passo indietro rispetto al vostro. Vi lasciano parlare se lo ritengono giusto, in caso contrario vi interrompono con eleganza. A loro piace manifestarsi per marcare un elenco nel vostro cuore. Come dire, io ci sono sempre. Ovviamente sono i migliori.
I pelosi. Sono capaci di farvi raccontare mille e mille volte sempre la stessa scena dolorosa. Mascherati da amici, cercano solo di saziare la propria fame di dettagli che poi ricicleranno con pettegolezzi e starnuti di morbosità. A me ispirano violenza.
I ritardatari. Sono quelli che non vogliono mai smettere l’abito dell’amico\a oppure del parente (prossimoventuroacquisitodimenticato) anche a rischio di apparire ridicoli. Si manifestano giorni dopo l’accaduto con scuse alla John Belushi in “Blues Brothers”: “C’è stata l’invasione delle cavallette!” Dicono di avervi tempestato a vuoto di telefonate quando in realtà non hanno più il vostro numero da anni. Brillano per ipocrisia.
Gli indifferenti. Hanno mancato un’occasione per manifestarvi umana vicinanza: erano distratti, avevano altri impegni, non gliene frega niente di voi. Nella loro scelta mantengono una coerenza: continuare a fregarsene di voi nel bene e nel male. Fin quando non avranno bisogno di qualcuno, tutto bene.
I raffreddatori. Vorrebbero rimanere freddi e distaccati, ma non ci riescono. Sono persone che generalmente vi detestano. E cercano di far proseliti: come se dovessero togliervi una base di consenso persino nei momenti più difficili. Hanno bisogno di una lezione.
ps. Mi piaceva illustrare questo post con il libro di Simenon dal quale ho rubato il titolo. E’ un modo per consigliarvi una lettura utile.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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