Il ladro di emozioni

Una delle figure più irritanti che incontro nella mia mezza età è il ladro di emozioni. Costui è un pericoloso manipolatore di realtà (plurale) che persegue fini strategicamente definiti: rubarvi un momento di felicità, togliervi l’esclusivo godimento di un frutto appena colto, spegnere ogni scintilla di entusiasmo. E’ un sordo che parla benissimo solo di sé, un bandito senza bottino perché ciò che porta via non ha alcun valore per lui.
Il ladro di emozioni si materializza quando siete appena tornati da un viaggio (per voi) fantastico e vi interrompe mentre siete alla prima descrizione tirando fuori dal cilindro un suo ricordo presunto col quale offusca il panorama che avete appena tentato di raccontare. Non c’è posto migliore, ambientazione più fiabesca di quelle che lui vi impone, rubandovi una scena che invece vi è dovuta.
Sempre in tema di esempi, il ladro di emozioni è pronto a sventagliare un suo scritto nel preciso istante in cui voi avete accennato al vostro. E se cercate di spiegargli che siete contenti perché il vostro tema\resoconto aziendale\manoscritto\libro ha passato il vaglio che aspettavate con ansia, lui metterà in campo tutta la sua pervicacia per parlarvi della sorte minuscola di quel foglietto che regge tra le mani, fosse anche la lista della spesa.
Ma non è solo nei momenti di felicità che il ladro di emozioni salta fuori dalla sua ombra patetica. Se avete un problema, se al vostro orizzonte si avvicina una nube di depressione, ci sarà sempre lui a ricordarvi che neanche in quest’ambito potete avere un primato, non fin quando lui avrà diritto di esistere e di soffrire (più di ogni altro essere vivente e non). Perché il malefico ha sempre un guaio peggiore del vostro e sa, prima di voi stessi, cosa volete (in modo improvvido) raccontargli: lui c’è passato ed è oltre la soglia del dolore, non c’è storia che regga al suo cospetto, anzi non c’è storia.
E’ sempre avanti rispetto a voi, col suo non-bottino. Si nutre della sua pochezza che non arriva neanche al rango di invidia.
E’ un ladro che in fondo depreda se stesso.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “Il ladro di emozioni”

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